Esiste il libero arbitrio?

 

Il libero arbitrio è uno dei concetti filosofici-teologici più abusati della storia, è stato inventato ed utilizzato per tentare di dare una spiegazione valida contro l'inesistenza di Dio, ma serve anche per imputare il concetto di peccato alle azioni delle persone.

Secondo la dottrina religiosa, Dio ha donato all’uomo il libero arbitrio, vale a dire la libera volontà totale di commettere il bene o il male, senza che Dio o qualsiasi divinità intervenga per impedirlo o influenzare le azioni. Dio non può influenzare le azioni delle persone, perché queste sono guidate dal libero arbitrio, Dio ci lascia la possibilità di scegliere, senza intervenire in alcun modo, e si limita ad accoglierci tra le sue braccia in caso di nostro pentimento. La causa del male che subiscono le perone è il libero arbitrio. In questo modo innocenti, anche molto devoti, possono subire delle cose orribili senza che Dio possa intervenire per non influenzare il concetto di libero arbitrio.

In sostanza si tratta di una pezza messa dall'uomo per giustificare l'inesistenza delle divinità, un escamotage per giustificare l'assenza delle divinità nel mondo reale. Ovviamente, il libero arbitrio è un concetto debole, che produce non poche contraddizioni e causa non pochi danni alla stessa religione, finendo addirittura per diventare quasi la prova della non esistenza delle divinità.

Quello che è più incredibile è che davanti a tutte le contraddizioni e le debolezze del concetto del libero arbitrio, si risponde rifacendosi all’argomento dell’imperscrutabilità e ineffabilità di Dio, cioè si risponde essenzialmente che l'uomo non può capire Dio, finendo così in un vortice di ridicolezza non indifferente che sa molto di presa in giro.

 

Realtà e contraddizioni

 

Osservando la realtà e/o rifacendosi alle cose dimostrate dalla scienza, possiamo dire con certezza che il libero arbitrio non esiste: tutte le nostre decisioni sono causate da eventi, fisici o biochimici, e quindi sono necessarie. Una vasta letteratura scientifica ha dimostrato che le azione umane dipendono da come siamo fatti, da cosa mangiamo, da chi incontriamo, da cosa c’è successo, se ci siamo ammalati, se abbiamo subito un trauma, dalle circostanze culturali e sociali in cui ci si trova, da fattori di cui siamo all'oscuro, ecc.
Ma ben peggio! Se qualcuno ti ha stuprato da bambino, se hai una disfunzione ormonale, se hai avuto un incidente e sei stato in rianimazione, e questo altera il tuo comportamento, ne hai colpa tu?
Se io decido di bere molta acqua ogni giorno, questo fa parte del mio libero arbitrio! Ma se io fossi diabetico non diagnosticato e curato, il mio bere molta acqua non sarebbe libero arbitrio ma un comportamento indotto dalla mia patologia.
Per le patologie cerebrali è ancora peggio perché alterazioni nel funzionamento cerebrale frequentissimamente generano comportamenti aberranti! Le persone che soffrono di queste malattie sono davvero volutamente responsabili delle proprie azioni?

In realtà, il libero arbitrio è un concetto che fa acqua da tutte le parti, anche come spiegazione del male e delle sofferenze.

Il male fisico e la sofferenza in molti casi non dipendono affatto dal volere umano: le catastrofi naturali, ad esempio, non hanno niente a che vedere con il libero arbitrio umano, eppure mietono migliaia di vittime, tra cui anche bambini innocenti. Rispondere che il male fisico dipende unicamente dalle leggi fisiche è assurdo, se si parte dalla premessa che tali leggi sono state create (e quindi volute così come sono) da Dio.
Molto interessanti sono anche le mille contraddizioni del libero arbitrio.

Il libero arbitrio, che implica il non intervento di Dio, rende totalmente inutile la preghiera: tutte le persone che credono in Dio e lo pregano sperando in un suo intervento (da motivi gravi quali la guarigione da una malattia a ragioni più futili come il superamento di un esame universitario), dovrebbero fermarsi e smettere di rivolgersi a lui. A che serve in fondo pregare, se tanto Dio ha già deciso di non violare il nostro “libero arbitrio”?

Non solo: tale “indifferenza divina” spingerebbe le società fondate su pilastri tradizionalmente religiosi a vivere  “come se Dio non ci fosse”.
Un’ulteriore contraddizione nella teoria del libero arbitrio: se Dio ha dotato l’uomo di libero arbitrio, ben sapendo che lo avrebbe usato per fare del male, vuol dire che Dio non è sommamente buono; se non lo poteva prevedere, vuol dire che non è onnisciente; oppure è perfido, e si prende gioco sia degli esseri umani che predestina a compiere il male, sia di quelli che predestina al ruolo di vittime.

E ancora: se sono stato creato da un essere superiore, anche la mia volontà è il risultato di tale creazione. Dire che la volontà è stata creata equivale ad ammettere che è il prodotto della volontà di un altro. In quanto prodotto, la volontà creata non può agire diversamente da come disposto dalla volontà creatrice. Come può allora essere autonoma, e in che senso lo sarebbe?


Libero arbitrio, peccato e male

 

Premessa: in parte tratto da qua  http://www.calogeromartorana.it/pensieri_atei.htm

 

Perché l'uomo è malvagio? Per via del peccato originale. Perché ha commesso il peccato originale? Perché è malvagio. Ecco una tautologia o ragionamento circolare, ossia un ragionamento che non dice nulla.
Spiegare il male ricorrendo all'argomento del libero arbitrio è insopportabilmente semplicistico e grossolano, in quanto equivale a limitarsi a dire che l'uomo fa il male perché è libero di farlo. Prima di mangiare del frutto proibito, Adamo ed Eva non potevano sapere se l'ordine dato loro da Dio era buono;  infatti, solamente dopo aver mangiato tale frutto hanno appreso la distinzione tra il bene e il male. Perché allora punirli per una colpa della quale non avevano nessuna consapevolezza?
Secondo la favola, dunque, Adamo avverte Eva che mangiare la mela (che, ricordo, significa "accedere alla conoscenza"...e vorrei che si riflettesse su un Dio che impedisce di conoscere) è male: ma come poteva sapere, il povero primo uomo cos'era il male e il bene se ne avrebbe avuto le capacità soltanto dopo aver mangiato il frutto (non a caso) proibito?
Inoltre, chi accetta l'esistenza del libero arbitrio deve, per contro, rinunciare all'argomento della "causa prima" (che molti filosofi hanno dimostrato essere fallace) per dimostrare l’esistenza di Dio: infatti se, come assume tale pseudo-argomento, tutto (ad eccezione di Dio) deve avere una causa, allora non è possibile non applicare il principio di causalità anche alla volontà umana.
Insomma: i credenti monoteisti pensano che un Dio sia la causa "iniziale" di tutto; quindi, essi deducono, va bene che la scienza spieghi le cose ciascuna con la sua causa (esempio: l'universo è nato a causa dell' "esplosione" del Big Bang) ma alla fine della catena, all'origine di tutte le cose, c'è sempre e solo Dio: il Big Bang l'ha voluto Dio...
È chiaro però che una volontà senza libertà, in quanto costretta da determinate cause a volere quello che vuole, non può essere imputabile di nessun peccato. Il concetto di peccato, infatti, si fonda sul presupposto del libero arbitrio. E senza il peccato (originale o attuale che sia) non vi può essere nessuna redenzione e nessun redentore. E, tanto meno, nessun ministro di Dio che pretenda di rimettere i peccati in sua vece.
Inoltre, perché mai un ipotetico peccato commesso all'inizio dei tempi, dovrebbe marchiare tutto il genere umano e per sempre... salvo battezzarsi? Non è qualcosa costruita apposta per rendere necessario il battesimo e quindi l'appartenenza ufficiale e irrisolvibile alla comunità cristiana?
C'è anche un grande problema legato all'onniscienza di Dio. Se Dio è onnisciente, deve conoscere anche tutto quello che sarebbe accaduto in mondi alternativi al nostro, nel caso avesse scelto di crearli. Questo significa che conoscerebbe tutti gli accadimenti di questo mondo anche nel caso avesse deciso di non crearlo.
Perché allora l'ha creato, dato che era al corrente di tutti i mali e le sofferenze che si sarebbero verificati?
"Non c'è cavillo di sofista, non c'è sottigliezza di teologo che possa smentire la veridicità di questa affermazione: il male non esisterebbe se Dio non avesse creato gli agenti del male, pur sapendo che lo avrebbero commesso". (Dario Bernazza, La soluzione del problema Dio)
Se, come sostengono i dialettici, bene e male sono inscindibili in quanto l'uno permette di individuare e definire l'altro, allora ne consegue che Dio, il bene supremo, non può non implicare il male, pena la sua inesistenza o (il che è lo stesso) il suo non-essere-il-bene. Ergo, ne consegue che Dio non è onnipotente.
"Se io mettessi al mondo un figlio, sapendo che questi diventerà un maniaco omicida, sarei io il responsabile dei suoi crimini. Se Dio creò l'uomo conoscendo i peccati che avrebbe commesso, Dio è il responsabile di quei peccati e delle loro conseguenze". (B. Russell, Perché non sono cristiano)
Insomma, la cosa fa acqua da tutte le parti! Questa pretesa onniscienza che il clero ha voluto accreditare al suo Dio per esaltarne lo spessore "politico", s'è rivelata una grossa e controproducente bufala. D'accordo, con la fede si crede pure all'asino che vola: ma insomma!
 

 

Negazione del libero arbitrio


Premessa: in parte tratto da qua http://digilander.libero.it/scienzamarcia/libera.htm


Il libero arbitrio è uno dei tanti controsensi o dogmi delle religioni e delle filosofie che è basato fondamentalmente su un sentire legato al cosiddetto senso comune, un sentire che non viene però neanche minimamente analizzato su base razionale.

Si potrebbe infatti dire semplicemente che una persona, o più in generale un qualsiasi essere pensante, potrebbe essere dotato di tale libero arbitrio solo se si fosse letteralmente fatto da sé, voglio dire creato da sé, se ciò può avere un senso. Ma ciò per sfortuna non ha alcun senso. Se anche ammettessimo l'esistenza di una qualche divinità immortale esistita da sempre (lasciando perdere quello che significherebbe l'eternità o il tempo per un essere trascendente) o anche creatasi per caso (o per le leggi della fisica tento il ragionamento che segue non cambia), ebbene questa divinità o è sempre esistita con certi attributi (che siano la bontà e l'amore o la cattiveria e l'odio non importa poi tanto), cioè con le caratteristiche sue proprie, e in base a queste caratteristiche ha condotto le sue azioni (che siano fisiche, terrene, spirituali o metafisiche). Siccome le caratteristiche della divinità non sono state scelte dalla divinità stessa (non si può scegliere quello che si è prima ancora di essere, soprattutto se si è eterni), le Sue azioni sono dettate da tali caratteristiche innate che Lei non si è scelta ma di cui si è trovata dotata sin dall'origine dei tempi. In basi a tali caratteristiche la divinità compie le sue azioni e svolge i suoi pensieri che sono dovuti quindi al modo in cui Essa è sempre stata, un modo di essere di cui Essa non è responsabile.
Di conseguenza:
1) nessuna divinità eterna o meno, onnipotente o meno, misericordiosa o meno può essere dotata del libero arbitrio
2) nessuna divinità può a ragione essere lodata o biasimata, amata od odiata, ringraziata o denigrata per quello che fa, dato che ciò che fa deriva da una situazione di necessità e non di "libero arbitrio".
Pensare che un Dio non dotato di libero arbitrio sia in grado di conferirlo a qualche altro essere da lui creato sembrerebbe una barzelletta, ma siccome la filosofia (quella seria almeno) non si dovrebbe basare su quello che sembra, sul "comune buon senso", su sensazione non passate al vaglio dell'intelligenza o su altre idiozie, mi sembra corretto confutare anche questa ipotesi.
Un Dio creatore potrebbe essere onnipotente oppure non esserlo, ma il concetto di onnipotenza, per quanto vago e indefinito non può che essere contraddittorio: ad esempio un Dio per quanto onnipotente certe cose non le può fare, o per essere più chiari, non può fare sì che due più due sia uguale a cinque perché il miracolo è una cosa, ma la logica è un altra. Insomma, quello che sto cercando di dire è che un Dio, per quanto bravo e bello (onnipotente se volete) non può "creare" il libero arbitrio perché è una cosa impossibile, contraddittoria, illogica.
Se fosse onnipotente saprebbe di certo che creandoci in un certo modo con un certo corpo e una certa intelligenza, mettendoci in un certo mondo, alla fine tale Dio conoscerebbe tutto di noi e sarebbe in grado di determinare ogni nostra minima azione da qui all'eternità, alla faccia del libero arbitrio. Se poi non fosse onnipotente l'unica cosa che cambierebbe è che Lui non saprebbe sin dall'inizio quali sarebbero le nostre azioni, per quanto poi le cause di tali azioni siano già poste, siano già determinate una volta per tutte, e anche se non ci fosse un'intelligenza nell'universo capace di fare delle previsioni, il nostro destino sarebbe già stato determinato una volta per tutte.
Per finire ribadisco un concetto che mi sembra particolarmente importante: il libero arbitrio è un pregiudizio, è qualcosa in cui tante persone credo od hanno creduto senza averlo minimamente dimostrato, e non ci si dovrebbe in realtà dare troppa pena a dimostrare la sua inesistenza. Se ad esempio qualcuno asserisse che esistono i draghi alati sarebbe lui a dovere provare l'esistenza di tali fantomatici animali e non noi a doverlo smentire. Ma questo purtroppo è quello che bisogna fare coi pregiudizi.
 

 

Consiglio anche di leggere l'articolo: Dio e la creazione dell'Universo


 

Pasquariello Domenico

 

 

http://alieniemisteri.altervista.org