Grande inchiesta su Atlantide, Lemuria e Mu

 

 

Per una miglior comprensione su Atlantide invito a leggere questo articolo

Tutto quanto esposto qui di seguito è un riassunto di quello che si dice in merito alle civiltà perdute di Atlantide, Lemuria e Mu, in cui tento per lo più di elaborare il tutto senza aggiungere troppi miei commenti.

 

Atlantide, Lemuria e MU in generale

 

Tenendo conto di tutte le scoperte archeologiche e delle documentazioni oggi esistenti, è possibile ipotizzare una descrizione delle civiltà che hanno preceduto la nostra, cioè quelle di Atlantide, Lemuria e Mu.

Esistevano contemporaneamente almeno tre civiltà evolute: Lemuria, che si trovava sugli altopiani dell’Abissinia, attorno alla regione del Congo, nell’Africa del Sud ed in una arcipelago parzialmente sommerso che andava dal Madagascar alla Malesia; Mu, che si trovava in Corea, in Cina, in Indonesia, nella regione dell’Altai, nell’India meridionale, nel sud del Giappone (comprendeva vaste zone ora sommerse), nel deserto del Gobi, nel sud-est asiatico e nella zona dove oggi vi è l’arcipelago polinesiano, l’isola di Pasqua, le Hawaii, le isole Ladrones, le Figi e Tahiti; Atlantide, che occupava arcipelaghi e isole  nell’oceano atlantico (ora sommersi), la zona dove oggi ci sono le isole Azzorre, il centro e l’est dell’America meridionale (specie il nord delle Ande, il Perù in generale e il Brasile), nella regione dell’Olmec del Centro America  e la zona del triangolo delle bermuda dove si trova l’isola di Bimini e la parte occidentale delle coste di Cuba: la capitale era formata da sette grandi isole. Tutte queste civiltà avevano avamposti o colonie anche in altri punti del pianeta. Inoltre altri punti del pianeta erano abitati da umanoidi diversi da loro, mentre altre zone erano abitate dagli esseri umani come noi. Parte del globo era inabitabile per via della glaciazione in atto e molte terre ora sommerse erano emerse, mentre altre che ora sono emerse erano sommerse; per le terre ora sommerse si trattava di terra per lo più formante arcipelaghi, penisole o continuazioni di altre terre  ora emerse. In effetti le isole o gli arcipelaghi sono tutte dei potenziali resti della parte più alta di terre (abitate) più grandi sprofondate.

Platone narra che il risultato degli sconvolgimenti che colpirono Atlantide fu lo sprofondamento nel mare della Terra Atlantidea, mentre si suppone che rimasero emerse solo le parti più alte del territorio atlantidea, vale a dire le cime delle montagne.

Platone colloca la grande isola di Atlantide dopo lo stretto di Gibilterra, in mezzo all’Oceano Atlantico, in pratica nella zona dove oggi ci è l’arcipelago delle  Azzorre che, guarda caso, si trova su di una piattaforma continentale che una volta era una grande isola  emersa e quindi le Azzorre non sono altro che la parte alta delle montagne di una grande isola scomparsa. In effetti i primi esploratori che giunsero sulle Azzorre attestarono che l’arcipelago era stranamente disabitato, mentre si dice che i primi esploratori europei trovarono nelle Azzorre degli strani manufatti con una scrittura indecifrabile.

Inoltre non bisogna dimenticare che le civiltà di Atlantide, Mu e Lemuria fondarono delle colonie nel resto del mondo, edificando edifici monumentali e piramidali che poi furono ricostruiti in tutto il mondo in ricordo dei monumenti di Atlantide e delle altre civiltà perdute, come dimostrano gli eccezionali e misteriosi monumenti in Egitto, in mesoamerica, in Guatemala, in India, in Giappone  ed altrove).

Infine bisogna aggiungere che molti studiosi fanno coincidere la distruzione di Sodoma e Gomorra con la fine di Atlantide, di Mu e della Lemuria.

 

Archeologicamente parlando

 

La catastrofe di 11600 anni fa che provoca la scomparsa di Atlantide dovrebbe essere stata provocata dall’impatto con la Terra dei frammenti di una cometa, impatto che ha provocato l’inclinazione dell’asse terrestre, il diluvio universale e il termine dell’era glaciale. I superstiti, che si erano rifugiati in strutture sotterranee, dopo la catastrofe si spargono in tutti i continenti approfittando degli arcipelaghi rimasti tra i continenti che permettevano loro di andare facilmente dove volevano in ogni parte della Terra. Infatti poiché la catastrofe aveva reso inabitabile le zone dove prima vivevano, i superstiti si spostarono nelle zone post-glaciali, dove i ghiacciai si erano ritirati ed avevano creato zone di una fertilità inaudita, che era la cosa più importante e preziosa, visto che questa umanità doveva ricominciare dal capo e lo doveva fare proprio partendo dall’agricoltura. La fine del periodo di glaciazione porta ben presto all’innalzamento del livello marino di 35 metri, vale a dire fino alla misura attuale, sommergendo così parte degli arcipelaghi tra i continenti e provocando di conseguenza l’isolamento tra i popoli della nuova umanità.  

Le statue Tolteche a Tula (Messico) raffigurerebbero governanti di Atlantide. Gli atlantidei erano visti come semi-dei, erano dotati di poteri paranormali, erano alti quasi 2,5 metri, e portarono la civiltà in America, Egitto e in Britannia.

Tuttavia la civiltà di Atlantide iniziò a svilupparsi su scala globale 11600 anni fa, dopo un’immane catastrofe. Con la fine delle glaciazioni, gli uomini iniziarono a formare una civiltà globale da 9600 a seimila anni fa, con un linguaggio mondiale comune. La civiltà globale svanì seimila anni fa, sostituita da civiltà isolate solo nei posti dove c’era abbondanza d’acqua poiché il clima era diventato troppo secco per fare diversamente.

In Africa, la regione del Nilo divenne desertica, tranne il basso Nilo in Egitto. Infatti quella zona risulta occupata cinquemila anni fa dal popolo egizio che però aveva già conoscenze avanzate, come se le avesse ereditate da qualche civiltà precedente. Le testimonianze principali della civiltà precedente, a parte la sfinge e la piana di Giza, si trovano nel cuore della valle del Nilo, che però è desertico e quindi i siti risultano sepolti sotto la sabbia.

La stesso discorso vale per la civiltà sumerica, dove anche qui la storia scritta non ha più di cinquemila anni.

Anche in Cina la storia scritta non ha più di 4700 anni, ed inoltre anche qui ci sono piramidi e civiltà primitive avanzate.

In meso-america una stele mostra una data di 400 milioni di anni fa, mentre un’altra mostra una data di 90 milioni di anni fa. Inoltre vi è un’enorme precisione per tutto quello che riguarda l’acustica. Grandi sculture olmeche del 1000 a.C. raffigurano volti dalle fattezze negroidi di 2,5 metri.

Statue olmeche rappresentano uomini barbuti bianchi dai tratti indo-europei; delle statuette olmeche rappresentano individui glabri e con gli occhi a mandorla: tutte caratteristiche non del popolo olmeco.

Un bassorilievo Maya che ritrae chiaramente due teste di elefante, un animale sconosciuto in America, mentre molti altri bassorilievi Aztechi e Maya ritraggono elefanti in modo approssimativo, come se fossero stati realizzati in base a dei racconti. In effetti molte prove dimostrano che l’America fu una colonia Atlantidea e il conto torna se pensiamo che Platone disse  che ad Atlantide vi erano gli elefanti.

Un bassorilievo olmeco di Cerro de la Cantera (Chalcatzingo Morelos, Messico), mostra un mezzo aereo di aspetto campanulare a propulsione di combustibile fossile (come si nota dalla fiamma posteriore), che viaggia in mezzo ad una tempesta. Al suo interno vi è un uomo che sostiene un pannello di controllo rettangolare.

Una stele trovata a La Venta raffigura qualcosa simile ad un antico astronauta con una tuta spaziale, con intorno dei pannelli di comando e dei monitor.

 In India vi è un documento risalente a non meno di 9-8 mila anni fa, il Rig Vega, che parla descrive le configurazioni stellari di 9-8 mila anni fa e ci parla di una civiltà precedente scomparsa nel 3102 a.C., coincidente all’inizio del calendario Maya, Indiano, Ebraico e Cinese.

 

Ancora prove: la Skystone

 

La Skystone è una strano tipo di pietra  scoperta in Sierra Leone (Africa Occidentale) da Angelo Pitoni, un geologo archeologo. Si tratta di un minerale che risale a 12 mila anni fa, è di colore azzurro, ha una struttura artificiale e si trova vicino a statuine di origine sconosciuta (risalenti a 11-12 mila anni fa) chiamate “Nomoli”. Le statuine rappresentano strani esseri simili a gnomi deformi e sono considerati dagli indigeni Kiui come i ritratti degli angeli caduti; accanto a loro si rinviene sempre uno strano minerale azzurro-turchese con sottili venature bianche. La pietra azzurra è stata analizzata da moltissimi laboratori, ed è risultata di composizione artificiale, in pratica uno dei materiali (forse stucco) che una civiltà scomparsa (Atlantide?) impiegava per i propri edifici. Infatti risulta formata da calcite, larnite, portlandite, che è la composizione tipica del cemento, e sembra colorato artificialmente.

Non molto lontano (in Guinea) vi è una scultura femminile alta 150 metri che domina la vetta di un monte inaccessibile (1500 m), ed è la gigantesca effigie di una figura femminile recante in testa una specie di corona, scolpita su un’enorme parete di granito che in tempi antichi era una parete scoscesa sul mare (era la costa rocciosa del mare). Raffigura una regina con i tratti somatici indoeuropei che è rivolta verso l’Atlantico. In particolare colpisce l’espressione regale ed imponente, la corona sulla testa, quella che sembra una specie di elaborata tunica regale, nonché colpisce la perfetta modellazione della testa e del dorso. Secondo quanto affermato da Angelo Pitoni, grazie ad un fenomeno di bradisismo iniziato 20 mila anni fa che divide in due la parete, si può stabilire che la Dama del Mali ha un’età minima di oltre 20 mila anni, ma è evidente che la scultura fu fatta molto tempo prima che iniziasse il bradisismo, probabilmente almeno 25 mila anni fa. La Dama del Mali presenta forti somiglianze con sculture rupestri del Centro-Sud America, e dovrebbe essere una figura di spicco ai tempi di Atlantide.

 

Il simbolo di Atlantide

 

Secondo alcuni, il simbolo di Atlantide forse era il “candeliere” a sette braccia, simbolo delle sette torri della capitale, come dimostra il gigantesco candeliere raffigurato sulle Ande. Ovviamente deve essere capitato che i superstiti di Atlantide abbiano avuto contatti con gli ebrei, i quali copiarono il simbolo facendolo diventare un candeliere ed attribuendogli un significato mistico perché era il simbolo degli “angeli”.

 

Atlantide in Antartide?

 

Premessa: reputo impossibile il fatto che Atlantide si potesse trovare in Antartide, e tutte le teorie a supporto mancano di vere prove.

Il fatto che una parte dell’Antartide fosse un tempo una terra mite è noto a tutti, ma ancora non si sono ritrovati resti di antiche civiltà sul suo suolo. L’Antartide fu scoperto solo nel 1820 ed è gran parte inesplorato, e quindi di ciò che si trova sotto i ghiacci non se ne sa praticamente niente. I ricercatori canadesi Rand e Rose Flem-ath riferiscono che una civiltà sconosciuta (forse Atlantide) è sepolta sotto i ghiacci dell’Antartide.

Hapgood col sostegno di Albert Einstein, sosteneva che nel corso del tempo il peso sempre maggiore delle calotte polari, spinge la crosta terrestre attorno al globo (dislocamento della crosta terrestre). Hapgood era convinto che ciò avrebbe provocato lo spostamento in blocco della crosta terrestre, improvvisamente e velocemente, con effetti devastanti, provocando la scomparsa di interi continenti. Ma può darsi anche che la crosta terrestre aveva raggiunto un punto critico, avendo accumulato tutta la tensione in un punto che non riusciva a sbloccarsi, che però si sbloccò tutto in una volta con lo spostamento dei poli magnetici (evento che avviene ogni 500 mila anni a causa dell’oscillazione della Terra), un evento che provocò così grandi spostamenti della crosta terrestre ed anche grandi sconvolgimenti quali terremoti, eruzioni e maremoti. I segni sul fondale marino che avrebbe dovuto lasciare lo spostamento di un continente possono essere stati ricoperti dai detriti o trasformati dai sconvolgimenti che seguirono un evento del genere.

Oppure a buon ragione e combaciante con le descrizioni degli eventi che portarono al diluvio da parte di molti popoli, si può ipotizzare che lo spostamento dell’Antartide nel circolo polare, sia dovuto non allo scatto improvviso di parte della crosta terrestre, ma allo spostamento dell’asse terrestre improvviso.  Questo sarebbe avvenuto intorno al 9600 a.C. (data secondo Platone), quando si svilupparono civiltà sulle zone elevate (le Ande centrali, l’altopiano della Tailandia e dell’Etiopia) forse in seguito al rifugiarsi di persone per scampare alle onde del maremoto che sommergevano la Terra. Lo spostamento improvviso di certe zone della Terra potrebbe giustificare il fatto di aver trovato Mammut congelati con ancora il cibo in bocca o nello stomaco, come se da un momento all’altro fosse capitato qualcosa che fece scendere immediatamente la temperatura molto sotto lo zero. E non è finita qui, Platone riporta che prima del diluvio le stelle parvero ruotare impazzite nella volta celeste e il Sole sorgeva da un angolazione mai vista; poi fu tutto un susseguirsi di terremoti, eruzioni e maremoti; inoltre intere zone restarono sommerse per sempre. Ciò è esattamente quello che dovrebbe verificarsi in seguito allo spostamento di scatto di un continente. Inoltre se lo spostamento della crosta terrestre fu di 3200 km, allora l’antartico era un enorme isola circondata dagli oceani (come afferma Platone) e  si trovava per il 75% fuori dal circolo polare antartico.

Infine notiamo dalla descrizione di Platone che vi devono esseri stati dei sopravvissuti, altrimenti chi avrebbe tramandato la fine di Atlantide?

Il fatto che Atlantide possa trovarsi in Antartide non contrasta con le prove archeologiche atlantidee: infatti le altre strutture sommerse e non trovate sul pianeta, potrebbero essere delle “province” atlantidee, andate distrutte dopo il diluvio.

Al limite l’Antartide era una provincia atlantidea, infatti Piri Reis, un ammiraglio turco, nel 1513 utilizzò antiche carte geografiche per tracciare una sua carta che mostrava la costa del Sud America, nonostante allora non era ancora stato completamente riportato sulle carte; inoltre su tale mappa c’è una parte dell’Antartide, che fu scoperto solo nel 1820. In tempi recenti la mappa è stata esaminata anche da esperti dell’USAF, i quali hanno riferito che la mappa mostra l’Antartide prima che fosse ricoperto dalla calotta polare (la calotta polare antartica ha uno spessore di 1600 metri circa). È stato dimostrato, tuttavia, quello rappresentato non sarebbe l'Antartide.

Nel 1531, Oronteus Finaeus utilizzò un’antica mappa per creare una carta geografica che mostra per intero l’Antartide, con dettagli accuratissimi, compresa l’ubicazione di montagne, pianure e fiumi. Tuttavia, anche qui secondo alcuni quello rappresentato non sarebbe l'Antartide.

Inoltre in un dipinto del’500 è raffigurato un mappamondo che mostra in modo corretto un’ampia parte delle coste dell’Antartide, cosa assolutamente impossibile per quei tempi. È stato dimostrato, tuttavia, quello rappresentato non sarebbe l'Antartide.

Se Atlantide si trovava in Antartico, allora gli ipotetici suoi abitanti sarebbero stati costretti ad abbandonare l’Antartico ed andare a vivere in luoghi migliori, fondando altre civiltà.

C’è infine da aggiungere che Platone conosceva la storia di Atlantide dai racconti di Solone, che a sua volta la aveva appresa da alcuni sacerdoti egiziani. Pare che la capitale fosse attraversata da una serie di canali circolari e concentrici.

Fin qui è stato esposto quello che si legge in giro sulla connessione Antartide-Atlantide. Tuttavia, non esiste una sola prova valida a supporto dell'ipotesi che Atlantide si trovasse in Antartide, ed è assolutamente incompatibile con le vicende paleoclimatologiche del pianeta. L'intera storia sembra essere frutto esclusivamente di una incompetenza scientifica dei "ricercatori" alternativi. In sostanza abbiamo come al solito delle speculazioni senza alcuna base concreta, ma spacciate come evidenze scientifiche.

 

Atlantide nell’artico?

 

Premessa: reputo impossibile il fatto che Atlantide si potesse trovare nell'artico, e tutte le teorie a supporto mancano di vere prove.

La profondità dell’oceano artico a nord della Siberia è meno di 200 metri e prima dal Pleistocene (periodo di grandi mutamenti) vi poteva essere un continente sopra il livello del mare, intorno al polo nord, ed oggi le zone di terraferma chiamate Nuova Zemljia e le isole Spitzbergen ne sarebbero la parte emersa.

Una volta la zona artica era sgombra da ghiacci, ma una causa esterna e inattesa ha determinato un cambiamento radicale, ghiacciando tutta la zona in poche ore. Infatti solo così si spiegano gli animali provvisti di pelo, come i Mammuth, che sono stati ritrovati perfettamente congelati col cibo indigerito nello stomaco, se non nella bocca, come se la loro fine fosse avvenuta addirittura nell’arco di pochi minuti. Inoltre più si va a Nord, più i resti fossili di animali e della flora (di tipo  tropicale tra l’altro) aumentano, chiarendo una volta per tutte che la zona era di tipo temperato-tropicale.

A ciò va aggiunto che i Mammuth si estinsero 30-25 mila anni fa, quindi questo potrebbe dare una certa data all’evento.

Una spiegazione potrebbe essere lo scivolamento improvviso  di parte della crosta terrestre, oppure potrebbe essere spiegato con lo spostamento improvviso dell’asse terrestre, entrambi avvenuti a seguito di una forte sollecitazione, ed entrambi con il risultato di aver portato la zona artica alla sua posizione attuale. Contemporaneamente vi è stata la deglaciazione delle immense masse congelate che ricoprivano le attuali zone temperate innalzando così il livello del mare; mare che andò a ricoprire le terre artiche che si stavano congelando, così la parte superiore dell’acqua naturalmente si ghiacciò, formando l’artico che oggi conosciamo. Non è infine da escludere la probabile inversione dei poli e le relative conseguenze.

Fin qui è stato esposto quello che si legge in giro sulla connessione Artico-Atlantide Anche qui abbiamo un'ipotesi improbabile che si regge sulla mancanza di prove, e vale quanto da me scritto alla fine del paragrafo riguardante la connessione Antartide-Atlantide.

 

L’alfabeto di Atlantide

 

Una misteriosa statuina nera è scomparsa nel 1925 insieme al suo possessore, l’esploratore inglese Percy Harrison Fawcett, che si recò nel Mato Grosso alla ricerca delle rovine di una misteriosa città antica. La statuina nera raffigurava un gran sacerdote che sosteneva con le mani una placca con su incisi 22 caratteri misteriosi. Il sacerdote appariva entro uno sfondo a blocchi quadrangolari, arrotondato nella parte superiore, e ricordava molto un faraone egizio dentro un sarcofago. La statuina era stata trovata nelle foreste brasiliane del  Mato Grosso, vicino ad una costruzione con l’entrata chiusa da un muro di rocce basaltiche.

 

Descrizione di Atlantide

 

Atlantide sarebbe sprofondata nelle acque dell’Atlantico circa 11 mila anni fa. Gli abitanti di Atlantide usavano grandi cristalli all’interno dei loro “templi” per immagazzinare l’energia universale. In quei tempi remoti l’energia generata da tali cristalli, debitamente incanalata, consentiva ai mezzi di quel tempo di viaggiare a velocità incredibili, garantendo nel contempo le comunicazioni tra zone diverse del pianeta.

I circoli di pietra megalitici sarebbero dei depositi di energia o accumulatori, nei quali il naturale flusso elettromagnetico della Terra verrebbe incanalato ed incrementato. Tale energia poi sarebbe richiamabile o riattivabile tramite certi processi mentali e telepatici.

Nel tempio della dea Hathor a Dendera sono raffigurate lampade Egizie ed esperimenti di riproduzione del loro funzionamento, con tanto di interruttori e di cavi. Potrebbero essere tentativi di sfruttare l’energia universale come si faceva nella civiltà atlantidea, o più semplicemente potrebbero essere esperimenti sull’energia elettrica. 

Il fatto che gli antichi non siano riusciti a sfruttare facilmente questa energia, è dovuto al particolare non trascurabile che gli atlantidei potevano sfruttarla più facilmente grazie alle loro maggiori capacità psichiche che andarono perse con l’avvento della nuova umanità.

 

Atlantide secondo Edgar Cayce

 

Edgar Cayce era un medium a cui erano attribuite capacità curative psicologiche e capacità diagnostiche mediche. Inoltre studiava l’incarnazione delle persone tramite un sonno ipnotico autoprocurato. Studiava particolarmente le incarnazioni di persone che vivevano ad Atlantide; ecco le informazioni da lui ottenute:

Ad Atlantide (o Poseida) le sorgenti di energia e di distruzione erano i cristalli, che venivano controllati e azionati dalla sintonizzazione mentale degli operatori. Minerali fibrosi, flessibili e incombustibili si trovano al centro di un edificio che oggi verrebbe detto foderato di pietra non conduttrice. L’edificio era ovale, aveva all’interno un cilindro di vetro tagliato con tante sfaccettature, aveva una cupola arrotolabile all’indietro, e da questo vi era l’applicazione diretta dell’energia ai vari veicoli che dovevano essere sospesi nello spazio.

La città dei sette palazzi d’oro era la capitale di Atlantide, una civiltà che possedeva troppa conoscenza e troppo poca saggezza. Qui vi era la casa della fiamma, dove i sacerdoti custodivano alte conoscenze scientifiche e i segreti relativi alla forza primordiale o potenza cosmica. Questa forza fu male usata e provocò la scomparsa dell’intero continente, che in fiamme sprofondò nell’oceano.

Secondo il libro di Dyzan, gli Atlantidei si proclamavano superiori, re e dei; eressero templi per adorare i corpi umani; tuttavia persero il loro potere psichico e le acque inghiottirono le Sette Grandi Isole. Infatti Dio si rattristò vedendo i malvagi e mandò dei Vimana ad avvertire i buoni di attraversare le terre e di appropriassi dei Vimana dei malvagi per non farli scappare. Quando i malvagi si allarmarono per l’inizio del cataclisma (forse il diluvio biblico), i buoni avevano già attraversato le terre asciutte, portandosi con loro tutti i Vimana. I santi furono salvati; gli empi furono distrutti e con loro tutti i grandi animali (i Sauri) scomparvero. Si suppone che i buoni con i Vimana raggiunsero altri pianeti , mentre i molti superstiti della distruzione di Atlantide si misero in salvo stabilendosi in altri luoghi del pianeta.

Documenti tecnici e scientifici Atlantidei si trovano: nella parte sprofondata dell’Atlantide, dove una parte dei templi possono ancora venire scoperti sotto il fango dei secoli accumulato dalle acque; nei Caraibi, al largo delle coste della Florida e vicino Cuba; in Egitto (forse nello Zed); nello Yucatan in America. Altri si troverebbero nel Pensylvania State Museum, a Washington o a Chicago. 

Comunque la mia opinione su Edgar Cayce è che si trattasse di una persona inattendibile e che non avesse alcun potere.

 

El Dorado ed Atlantide in Sud-America

 

In Sud-America, nella terra degli Indios, una spedizione nel 1753 trovò vicino ad un fiume un’altissima parete di basalto, che era parte di un bastione. Una fenditura attraversava il basalto e permise l’ascesa verso l’alto. Sulla cima della parete si vedeva che a 7 km di distanza sorgeva un’enorme città di forma circolare, protetta da tre anelli concentrici di mura megalitiche. L’ingresso era un’enorme porta composta da tre archi costruiti con pietre gigantesche, e nell’arco centrale erano incisi simboli triangolari. Nel sito vi erano colonne di basalto e figure misteriose, tra cui una statua di un adolescente col capo cinto da una ghirlanda di alloro, che regge una lastra piena di segni. Questo luogo fu chiamato El Dorado, e presenta forti analogie con le capitali atlantidee, che erano circondate dalle acque ed avevano come protezione tre grandi bastioni circolari che consentivano l’accesso soltanto mediante canali.

Tuttavia un terremoto improvviso fece fuggire gli esploratori senza prendere dei riferimenti geografici, così fu necessario ricominciare tutto dal capo.

Nel 1925 Percy Fawcett viene in possesso di una statuetta di 25 cm scolpita nel basalto nero; in base al luogo di ritrovamento della statuetta, egli si impegnò nella ricerca di El Dorado, ma scomparve durante le ricerche.

Un tempo il mare arrivava fino al cuore del Sud-America e forse El Dorado era il luogo in cui Noè si rifugiò con la propria arca per scampare al diluvio, o fu il luogo dove sbarcò Noè dopo il diluvio, dato che:

- le leggende del luogo narrano perfettamente la storia di Noè, della sua arca, del diluvio universale e del periodo post-diluvio.

- le leggende del luogo parlano dello sbarco di Noè in una città sotterranea fortificata per scampare al diluvio

- l’iscrizione alla base della statuetta di Fawcett si rivela essere il nome di Noè in babilonese.

- il nome dell’antica città sotterranea significa “porto di Noè”.

El Dorado o Porto di Noè si troverebbe nell’altopiano del Mato Grosso ed era una città atlantidea situata in mezzo o a nord-ovest delle sorgenti a delta del fiume Xingù, a nord-est di Diamantino. Questa città fu usata da Noè per portare in salvo i giusti dal diluvio, come attesta la statuetta recante impresso il nome di Noè in babilonese e l’alfabeto atlantideo per decifrare quella scritta.

Inoltre nella Sierra Roraima (Venezuela) furono scoperti degli enormi fori circolari scavati nella roccia a 2700 metri dal livello del mare. Essi sono molto antichi ed hanno un diametro di 300 metri ed una profondità media di 600 metri. Le pareti sono levigate, a strapiombo e regolari, e sulle lisce pareti portano incisi tre simboli egiziani. I fori forse erano un complesso sistema di comunicazione a distanza mediante la produzione di infrasuoni, che erano poi ricevuti da un sistema di ricezione di speciali pendoli. Da raffigurazioni risulta che un sistema di 22 pendoli orientabili fu costruito anche in Mesopotamia come sistema di ricezione.

Si tratta in pratica di una civiltà antidiluviana sviluppatasi nel Centro-America, che poi finì devastata da un cataclisma. Infatti la Sierra Roraima una volta era un’isola circondata dal mare, mentre oggi confina con gli oceani, con l’Orinoco e con il Rio delle Amazzoni, due fiumi che sono i residui di due mari interni.

 

Atlantide in Sud-America parte seconda

 

Atlantide forse si trovava inizialmente in Sud-America e fece sentire il suo influsso in tutti gli altri posti del mondo, dove si fondarono colonie di Atlantide, o civiltà che imitavano quella di Atlantide.

Prima del diluvio di 12 mila anni fa, vi era un arcipelago formato da isole così vicine da rendere possibile le comunicazioni tra Africa e Sud-America. Questo favorì lo sviluppo globale della civiltà atlantidea, creando una rete di comunicazioni e di colonie molto fitta. Atlantide si trovava certamente in Sud-America, si pensi solo che l’altopiano di Oruro in Bolivia coincide esattamente con la descrizione platonica di Atlantide e sempre in Bolivia vi è la città di Tiahuanaco (Bolivia) che è antecedente al diluvio. Inoltre si era creato un ottimo rapporto con le colonie atlantidee africane, come dimostrano i molti usi cerimoniali Egizi uguali a quelli delle colture pre-colombiane e la cocaina e il tabacco presenti in certe mummie.

Lo stesso avvenne nell’Oceano Indiano e nell’Oceano Pacifico, dove vi erano civiltà avanzate che finirono sommerse da un diluvio avvenuto 12 mila anni fa, come attestano gli edifici sommersi che vengono continuamente ritrovati sui fondali marini di mezzo mondo.

 

I resti sommersi di Atlantide

 

A poche decina di miglia dalle coste della Florida, nella zona dei banchi corallini delle isole Bahamas, nel 1968 sono state scoperte al di sotto della superficie del mare, lunghe muraglie o strade, formate da megaliti assemblate con la stessa tecnica ad incastro presente in tutto il mondo. Oltre ciò, so, davanti alla penisola Cubana di Guanahacabibes, sono state scoperte in un’area di 20 chilometri quadrati del pavimento oceanico delle immense strutture formano un reticolato urbano che spicca sulla spianata di sabbia bianca, con i suoi muri ad angolo retto e le strade di collegamento tra gli edifici.

Tuttavia, rilevamenti radar e varie esplorazioni hanno evidenziato la presenza di resti sommersi di notevole interesse vicino le coste Cubane, come se addirittura in quella zona ci fosse stata una capitale di un antico impero.

 

I resti sommersi di Lemuria

 

Lemuria è il nome di un ipotetico continente scomparso, che si suppone si trovasse nell'Oceano Indiano o in quello Pacifico.

Nelle Maldive ci sono molte piramidi e costruzioni erette da una antichissima civiltà, che riporta continuamente la particolare figura di un disco molto simile ad un disco volante con cupola visto dall’alto. In realtà le isole Maldive sono la parte centrale di un arcipelago a sud-ovest dell’India, formato da tre gradi isole di cui oggi ne vediamo la parte più alta che forma le isole Laccadive, le isole Maldive e le isole Chagos. Si trattava inoltre di un arcipelago abitato da una civiltà avanzata visto i notevoli reperti archeologici sconosciuti, e quasi sicuramente deve trattarsi dell’antica civiltà di Lemuria.

Gli elementi architettonici di questa civiltà sconosciuta presentano forti analogie con le opere architettoniche trovate nello  Sri Lanka , nella Valle dell’Indo, nella Mesopotamia, nel Sud America e nell’Egitto.

Tuttavia, mancano prove concrete sull'esistenza di una civiltà chiamata Lemuria, ed alcuni pensano che sia scaturita dalla fantasia di alcune persone. Di conseguenza, è possibile che eventuali resti di eventuali civiltà scomparse presenti in quella zona del pianeta vadano ad identificarsi con sconosciute civiltà risalenti a tempi remoti ma non associate a Lemuria. Le teorie su Lemuria, necessarie per le teorie della biogeografia del XIX secolo, sono divenute superflue in seguito alla scoperta ed alla comprensione della tettonica a zolle. Sebbene Lemuria sia scomparsa dal regno della scienza, essa è sopravvissuta grazie agli scrittori dell'occulto. I racconti su Lemuria differiscono in base alle necessità di contestualizzazione degli autori. Quasi tutti condividono, però, l'elemento cataclismatico che avrebbe fatto affondare l'antico continente. I geologi, oggi, hanno completamente smentito la possibilità dell'esistenza di questo continente.
 

 

I resti sommersi di Mu

 

Mu è il nome di un immaginario continente scomparso nell'Oceano Pacifico, descritto dall'angloamericano James Churchward (1852-1936), sulla base di una traduzione, da alcuni considerata errata, fatta nel XIX secolo dall'abate fiammingo Charles Brasseur di un manoscritto Maya.

Il colonnello Sir James Churchward in uno dei suoi viaggi in oriente scoprì in monasteri tibetani (dove si trovano tuttora) delle antiche tavolette chiamate Nacaal, le quali attestavano l’esistenza in epoche remote della una civiltà avanzata di Mu (detta l’Impero del Sole) e contenevano la vera storia dell’origine della civiltà terrestre. Successivamente William Niven rinvenne nello Yucatan (Messico) 2500 tavole che parlano delle “Sacre Scritture Inspirate” di Mu.

La civiltà di Mu, oltre che dominare l’Asia, estese il suo dominio anche nell’America. Infatti non si contano le raffigurazioni, le leggende e le tradizioni degli antichi popoli mesoamericani che parlano di uomini bianchi dalle lunghe barbe e dalle ampie vesti, dotati inoltre di una avanzata tecnologia, i quali vennero in America dalla zona dell’Asia/Oceania (dove un tempo si trovava Mu) per insegnare ai nativi le arti e le scienze.

Anche steli Maya riportano una migrazione da una terra nel Pacifico al Sud America e quasi sicuramente ci si riferisce alla terra di Mu che era situata ad ovest del Sud America.

Studiosi come il geologo William Niver hanno individuato nei siti messicani di Texcoco e di Haluepantla i resti di città vecchie di 50 mila anni. Si tratta di tre città edificate l’una sull’altra che hanno tra loro resti evidenti di un diluvio e di eruzioni vulcaniche. In questi siti sono state trovate innumerevoli statuette che raffigurano uomini con i lineamenti dell’Asia meridionale e con atteggiamenti tipicamente orientali. Questi luoghi dovrebbero essere i principali siti dove si stabilirono gli uomini provenienti da Mu, siti che si trovano sepolti ad una media di nove metri sotto il terreno messicano.  

Nel 1997 sono stati scoperti nelle acque dell’isola Yonagumi, i resti di una antica civiltà scomparsa. Sono i resti di una civiltà vissuta tra il 15 mila e il 10 mila a.C., e sono posti a 25 metri sotto il livello del mare al largo del Mar della Cina, nello stretto che collega il Giappone a Formosa. Si tratta principalmente di una struttura di enormi dimensioni: si tratta di una collina scolpita a gradoni.

Ad Aguni (a nord di Yonaguni) c’è un muro gigantesco, mentre a Kerama c’è un edificio circolare, il tutto collegato da una strada.

I megaliti e le costruzioni di blocchi monolitici e giganteschi con la tecnica ad incastro sono diffuse in Sud-America, in Egitto, in Libano, in Israele, in Giappone, nel Centro-America, in Inghilterra, in Francia, ecc., come se fossero stati ereditati da una civiltà antidiluviana.

Tuttavia, mancano prove concrete sull'esistenza di una civiltà chiamata Mu, ed alcuni pensano che sia scaturita dalla fantasia di alcune persone come James Churchward, che si basò su traduzione probabilmente errate, anche se a continuare e coltivare magistralmente il mito di Mu ci ha pensato anche lo scrittore Lovecraft, ma qui si sconfina in letteratura. Di conseguenza, è possibile che eventuali resti di eventuali civiltà scomparse presenti in quella zona del pianeta vadano ad identificarsi con sconosciute civiltà risalenti a tempi remoti ma non associate a Mu.

 

La storia atlantidea

 

Secondo lo storico egizio Manetone (III sec. a.C.) 36525 anni fa ebbe inizio il governo degli Dei sulla Terra. Dopo il governo degli Dei, durato 13900 anni, governarono Semidei e Spiriti della morte (seguaci di Horus) per altri 11025 anni;

11600 anni fa il governo sulla terra di Dei, Semidei e Spiriti della Morte ebbe fine ed iniziò quello degli uomini mortali.

Ciò avvenne a causa degli impatti di più asteroidi o di più frammenti di una cometa, che fanno inclinare l’asse terrestre. Atlantide, sede dei Semidei, diventa inabitabile e così inizia il governo degli uomini mortali sulla Terra.

La catastrofe di 11600 anni fa provoca un riscaldamento improvviso che pone termine all’era glaciale, provocando la formazione di vasti laghi in Africa, Arabia e India. Inoltre con la fine dell’era glaciale il livello del mare si alza in poco tempo di 35 metri (e non azzardatevi a pensare che era questo il diluvio universale), sommergendo le città che erano state costruite lungo le coste; infatti in passato il livello dei mari era più basso per via dell’acqua ghiacciata: di 85 metri circa 18 mila anni fa, di 50 metri quando terminò l’era glaciale 11600 anni fa. Così come al suo inizio, la fine dell’era glaciale portò ad enormi migrazioni in zone che erano diventate umide e fertili grazie all’acqua abbondante prodotta dallo scioglimento dei ghiacci.

Seimila anni fa i discendenti degli Atlantidei insegnarono varie cose agli uomini del Neolitico, formando così una civiltà globale con vaste comunicazioni marittime in tutto il mondo. Poi i cambiamenti climatici interrompono i collegamenti fra le diverse popolazioni umane, facendo perdere gran parte delle nozioni atlantidee acquisite e facendo spostare i popoli da zone diventate aride, a zone vicino a grandi fiumi o comunque vicino all’acqua.

 Una delle poche prove sopravvissute alla catastrofe del 10600 a.C. di una civiltà altamente organizzata  nel periodo che va da 35 mila a 12 mila anni fa, sono grandi strutture tagliate a blocchi, nel mare nei pressi del Giappone. Ci sono sei posti in cui si trovano strutture nella zona di Okinawa, di cui uno è situato a Tawain: tutti sono sotto il mare e le strutture sottomarine risalgono ad almeno 12 mila anni fa.

Un altro luogo dove si trova una struttura muraria sommersa è al largo della costa di Bimini, vicino la Florida, nel golfo del Messico. Inoltre vaste zone dell’America e del Congo sono ora giungle tropicali che nascondono siti non ancora ritrovati. Molta parte delle terre di Giappone, Corea, Cina, sud-est asiatico, Indonesia e India meridionale, sono ora sommerse da un mare dalle acque molto torbide, rese così dal Fiume Giallo, dallo Yangtze e dal Mekong, mentre la parte circostante l’acqua è una densa giungla tropicale, teatro di attività vulcaniche e terremoti.

Un estratto delle altre prove su una civiltà globale sono:

- Vasellame antico giapponese ha gli stessi  motivi ornamentali trovati in Ecuador.

- Vasi con volti dalle fattezze mediterranee sono stati trovati a Ixinche, nel Guatemala.

- Pietre con caratteri simili a quelli punici sono state trovate nel Massachusetts.   

- gli alfabeti arcaici americani hanno enormi somiglianze con quelli arcaici mediterranei.

- tracce di tabacco e cocaina (vegetali americani) sono stati trovati nelle mummie egizie.

- la gigantesca scultura africana dalle fattezze europee-orientali detta la donna del Mali,  ha almeno 25 mila anni ed è stata scolpita da una civiltà del tempo.

- In Amazzonia sono stati rinvenuti oggetti vari e dipinti policromi raffiguranti anche misteriosi esseri insettiformi (i grigi?) e oggetti volanti tra le stelle. In totale vi sono un centinaio di siti diversi per trenta miglia lungo il Rio delle Amazzoni, nel nord-est del Brasile. I dipinti risalgono a circa 11 mila anni fa e si trovano sotto ripari rocciosi. Si tratta di una civiltà sconosciuta che si sviluppò tra i 14 mila e gli 11 mila anni fa, ed aveva come centro una località nota agli indigeni come Pedra Pintada.

- Nello stato di Piaui (a sud-est del Parà), a Boqueirao da Pedra Furada, sono state scoperte abitazioni e pitture vecchie di 30 mila anni.

- il complesso di enigmatici disegni scolpiti sul fondale del lago d’Aral (collocato al confine tra l’Uzbekistan e il Kazakistan) in epoche in cui ufficialmente l’uomo ancora non esisteva. Sono disegni interpretabili solo dall’alto e coprono una superficie di 500 km quadrati. Si tratta di un gruppo di linee geometriche convergenti tutte verso una doppia freccia centrale.

- Il ritrovamento del relitto di una nave in Grecia fra il cui carico è stato rinvenuto un reperto identificabile come un elemento tecnologico sconosciuto (atlantideo?).

- Costruzioni megalitiche arcaiche di Sacsayhuaman, Tiahuanaco e Macchu Picchu sono state costruite in modo a noi ignoto seguendo qualche tecnica antichissima.

 

 

Appendice: Atlantide nell'Egeo

 

Secondo molti, il racconto di Platone sembra verosimilmente riferirsi alla civiltà minoica cretese o all'isola greca di Thera. L'ipotesi che riconosce in Creta e nell'Impero minoico l'isola platonica, o perlomeno la fonte ispiratrice di quel racconto, è, al giorno d'oggi, una delle più attendibili ed accreditate presso il mondo scientifico.

Ecco un articolo che parla delle connessioni tra Atlantide e la civiltà minoica cretese:

http://www.antikitera.net/download%5CAtlantis.pdf

Qui invece è possibile leggere delle connessioni tra Atlantide e l'isola greca di Thera:

http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/Cretesi/Cretesi-atlantide.html

 

 

Consiglio la lettura di questo mio articolo:

Atlantide in Artico o in Antartide

 

 

 

Pasquariello Domenico

 

 

http://alieniemisteri.altervista.org